Subbugli Suburbani

Frecce di carta colorata incollate su scadenti piastrelle bianche indicano, o almeno ci provano, qual è il pulsante da schiacciare per detonare lo sciacquone di questo delizioso cesso futurista. Io me ne sto lì, la testa ciondoloni a 190 centimetri dal suolo, coi pantaloni calati; di fronte a me un’accogliente tazza bianca. Con gli occhi chiusi mi sembra di cogliere la stessa sensazione che avverto in stazione a Rifredi, quando, a un metro scarso dai binari, aspetto l'intercity per Milano, senza troppa convinzione, respirando a pieni polmoni aria stantia, metallica e con quell'inconfondibile retrogusto di piscio.
Riapro gli occhi. Nessun treno per la longobardia all’orizzonte, e soprattutto nessuno stimolo alla minzione. Ma prima che finisca il mondo devo pisciare! O me ne pentirò liquidamente alla terza canzone in scaletta..
Fuori dall'inespugnabile bunker di ceramica sento il brusio nel locale farsi sempre più sostenuto, merito dell’alcool che bagna gole e criogenizza freni inibitori. Non sto per niente bene, lo sento chiaramente. Avrei dovuto scolarmi almeno un paio di Negroni assieme a quella media. Probabilmente ora avrei la vescica gonfia come una zampogna ma la testa così leggera e disabitata da poter impugnare il mio basso come un cavaliere jedi impugna la sua spada laser e suonare veloce e spietato senza avvertire questa nausea martellante che attanaglia stomaco e cervello.
Ansia da prestazione dicono. E’ sempre così prima di un concerto, sia che si suoni davanti a 10 persone (molto spesso) che dinanzi a 100 (raro come un triplo overtime a pallacanestro). Che poi, nemmeno ci pagano in 'sti localucci fiorentini.. Preferiscono piuttosto barattare il compenso per la nostra 'performance' con cena, laddove sian muniti almeno di tostapane, e free bar. Ma tanto io sto male! Ho lo stomaco sigillato come lo sfintere della statua del Nettuno e non posso gustarmi nulla. E così, mentre il resto della band si ingozza senza pietà, proprio io che, solitamente, ho un approccio licantropesco al cibo, mi trovo a deglutire a fatica roba che normalmente ballerebbe nella mia bocca al ritmo di Seek and Destroy dei Metallica.
Il brutale pestaggio di cassa e rullante perpetrato da Mauro mi riporta alla realtà. Cullato da questo sottofondo tribale, riesco finalmente ad urinare. Mentre mi disimpegno, per una frazione di secondo, colgo il riflesso nello specchio alla mia destra: ho le stesso ghigno di Grosso dopo il gol alla Germania nella semifinale dei Mondiali 2006. Identico cazzo! Insieme al piscio che scivola via copioso sento di essermi liberato anche di un po’ di nausea. L’imminente concerto farà il resto: il rock è come un 'aulin', sfiamma tutte le mie molecole indolenti e depresse restituendomi alla Vita. Cioè, amo vivere ma a volte mi sembra di perdere il senso dell'orientamento..
Come dicevano i Blur? Music is my radar 

Toc, toc!

“Lu?! Muovi il culo, ci siamo!”  Fa Serj dall’altra parte dell’universo.
“Arrivo” Faccio io.

Tiro lo sciacquone e.. una bestemmia


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