Il Divino e il Divano



Nessuno ha davvero bisogno di un cane quando si possiede lui, il divano, il vero miglior amico dell’uomo. Non sporca, non puzza (almeno non da solo), non ha bisogno di essere nutrito o portato fuori per fare i bisogni, è fedelissimo e ti ricopre di coccole massaggiandoti le stanche membra solo quando ne hai voglia tu.
A questo penso, mentre, in classica tenuta casalinga, in sella al protagonista dei miei pensieri, sono intento a guardare, senza guardare davvero, un programma televisivo in cui un gruppo di aspiranti cuochi si sfida a colpi di frittelle e polpette
. Roba ‘pulp’, ma con un fascino indiscutibile. Un attimo prima che il fido divano, in combutta con morfeo, mi risucchi nell'oscurità, intuisco che la trasmissione è vicina al suo climax: un tizio sudamericano, infatti, sta cercando invano di spegnere un incendio propagatosi nella sua padella tamponando le fiamme dell’inferno col suo candido cappello da cuoco. Lotto con tutte le forze contro le mie appesantite palpebre. Ma non c'è niente da fare, sono un avversario insuperabile che pesa sui miei bulbi oculari come un macigno. Mai come in questo momento realizzo l'enorme potere che la gravità ha su di noi. Schiavitù newtoniana. Mi lascio andare quindi, scivolando nell’oblio..

BZZZZZZ!!!

Il rumore del campanello di casa prende le palpebre e me le ribalta come un Hulk Hogan spietato . Spaventato e allo stesso tempo infastidito dall’insolito evento mi separo faticosamente dal divano e mi dirigo verso l'ingresso. Sarà il postino? Forse la studentessa del primo piano che vuole assistenza per spalmarsi la cremina dietro la schiena? Magari è il sindaco Nardella, assieme a una sua delegazione, per una visita guidata a divanolandia. Allettato da questi pensieri spalanco la porta con rinnovato entusiasmo.
Ma le mie aspettative vengono subito disattese.
Ad attendermi nell’altra dimensione c’è un prete, sulla sessantina, abito talare tangente al pavimento, colletto bianco, un volto grasso e grinzoso come se al posto della testa gli avessero trapiantato uno sharpei intero e copricapo nero d’ordinanza su una testa liscia come una palla da bowling. Se ne sta lì, con le mani giunte dietro la schiena, e una faccia ricolma di peace&love che chiaramente si aspetta di essere ricambiata allo stesso modo, manco fosse una top model in abiti discinti..

“Buon pomeriggio figliolo, sono qui per la benedizione della casa. Posso entrare”
Nuooooo! E ora come me lo sbologno? Decido di essere marziale:

“No guardi, grazie per la proposta ma non voglio benedire proprio nulla. Sa, non sono un credente”

“Ah si, e in cosa credi ragazzo?”
Eccoci..
Non so perché ma me lo aspettavo. Rimane un mistero il motivo per cui l’esercito di Nostro Signore non riesca a farsi una ragione del fatto che certa gente non senta bisogno di Cristo per stare al mondo. Non lo accettano! E diventano invadenti come se avessero provvigioni celesti per ogni pecorella smarrita che riescono a redimere. E io deteasto quando insistono.
Piccato sul vivo decido subito di diventare verbalmente molesto.

“Credo nella verità, e non nelle menzogne. E ora, mi scusi ma ho molto da fare" (si, tipo continuare a darci dentro col divano).
Come se avesse appena letto nel pensiero dei miei atti impuri col divano, con agilità inaspettata fa uno scatto in avanti bloccando la traiettoria della porta.

“Dio è in ogni cosa, anche nella Verità. Non capisci quindi che Dio stesso è la Verità ragazzo?”
Lo sussurra come fosse il maestro Yoda e per un attimo sento l'impulso di abbracciarlo ringraziarlo e partire missionario per le infinite galassie. Ma il prurito Jedi dura proprio un attimo..

“Facile così - faccio io - se dio come dice lei fosse in tutto, sarebbe anche dentro casa mia. Dunque che ci parlerei a fare con lei?”

È così, infatti, come ti ho appena detto Dio è in ogni cosa, ma deve essere svelato. Io, e altri come me, umilmente, con la preghiera mettiamo in comunicazione Dio e gli uomini."

Don sharpei non molla un colpo, è maledettamente tenace, questo gli va riconosciuto. È una cosa bellissima, me ne rendo conto, ma è priva di fondamento. Come fa a provarmi ciò che ha appena detto?”

“Se hai la Fede. Sai già tutto, sei nel giusto” – La sua replica

“Guardi, per come la vedo io se ho la fede ho solo ottusità. Mi spiace ma io la penso diversamente da lei. Anzi, la differenza è che io 'penso' con la mia testa (giusto o sbagliato che sia), mentre lei fa semplicemente da filtro alla testa di un presunto dio buono e giusto. Ma non vuole capire che la nostra maggior risorsa è la ragione. Cosa vorrà mai dire 'se hai la fede sai già tutto'? Stessero così le cose, nessuno saprebbe un bel niente di niente! Non si può procedere dalla conclusione alla prova come fate voi. Non si può presupporre quanto deve essere provato solo perché qualcuno ci ha imposto questo modo di pensare?". Soddisfatto come il Maverick di Top Gun dopo due piroette in volo, cerco negli occhi seminascosti del mio avversario un segno di resa. Macché. Eccolo che ritorna alla carica:

"La Fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono. Tu, dimmi, per cosa vivi allora?"

"Non vivo certo per compiacere un dio grande e misericordioso! – lo incalzo io, a voce decisamente alta – “Vivo 'pensando' con la mia testa ogni attimo che passa, addossando a me stesso e a nessun altro, tutti i meriti o le colpe che questa vita mi elencherà al suo capolinea. Non mi sottraggo certo alla mia responsabilità INDIVIDUALE come succede a tutti voi credenti. Tutto quello che farò in vita l'avrò fatto IO, per me e per le persone che avrò scelto di amare."

"Ma non c'è solo questa vita figliolo. Tutti noi dobbiamo rendere conto a Dio, per meritarci il Paradiso. Sai cos'è il Paradiso?"

Esausto dalla pochezza intellettuale di questa sua uscita, rovisto nella mia testa alla ricerca di una risposta che possa chetarne l'animo indomito. La trovo, nelle illuminanti parole di Christopher Hitchens, brillantissimo pensatore inglese, morto nel 2011:

“Si, lo so bene cos'è il vostro Paradiso? Una Corea del Nord celeste”

Chiudo finalmente la porta e me ne torno sui miei passi. Faccio pit stop in zona frigo e arraffo una birra. Quel breve ma intenso battibecco, mi ha seccato la gola. Me la sgargarozzo tutta d'un fiato. Intanto che le bollicine di malto invadono la bocca, oltre i muri del mio appartamento sento suonare il campanello della vicina, una simpatica vecchietta sull’ottantina. Il prete sta tornando alla carica.

“Buongiorno Don Rosario, la stavo aspettando! Entri, che prima della benedizione le voglio offrire un caffè”

Cos’è che diceva Charles Darwin riguardo l’Evoluzione della Specie?

Sorrido beffardamente mentre decido di scolarmi un’altra birra.


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