Incontro ravvicinato - Luca Murano e i vestiti che non metti più

    La luce è soffusa, c’è tanto fumo nella piccola saletta, un piccolo tavolino e alcuni bicchieri vuoti. Non troppi, giusti per serate simili. Sottofondo? Un jazz di Billy Streyhorn. Una voce legge alcuni passaggi di un racconto: sono parole di conforto, forti, ma al tempo stesso vicine, fedeli e amiche. Dietro al libro, c’è un viso, un volto sicuro che indaga e che si lascia indagare: è di Luca Murano, autore di Lodi che ha da poco pubblicato una raccolta di racconti che ha titolato I vestiti che non metti più. La sua è un’opera verista, che va al succo delle questioni; è un lavoro senza dubbio viscerale che si accomoda, senza troppi strappi, sottopelle. Nell’intervista che segue, l’autore ci accompagna nel suo mondo letterario, uno spaccato intenso fatto di libri e gesta rigorosamente non convenzionali. 

Cosa ti ha ispirato. quando hai iniziato a scrivere i tuoi racconti?

Quello che mi interessava davvero indagare è l’umanità che mi è più prossima. In due parole, la gente. Provo poca empatia per gli eroi, i leader o i cavalieri senza macchia. L’autenticità e la goffaggine delle persone comuni, invece, mi fanno incazzare e mi affascinano allo stesso tempo, è la mia vera fonte di ispirazione, il motivo per cui scrivo quello che scrivo

(Leggi il resto dell'intervista su Gagarin - Orbite Culturali)




Commenti

Post più popolari

Goodreads