Recensione 📚 Gli affamati di Mattia Insolia – fame di vita, digiuno di speranza.

"Eravamo malati di desiderio. Scintille nel buio, abbiamo illuminato la notte e siamo bruciati di incanti e meraviglie."

Un libro in Tre Parti. Due fratelli. Un paese che più che luogo sembra condanna. Insolia racconta la rabbia e la rassegnazione del Sud con una scrittura che graffia e consola allo stesso tempo. Non è un romanzo per chi cerca carezze, piuttosto, per chi vuole sentire il sapore del ferro in bocca.
La trama (con un occhio agli spoiler)

Orfani di padre, Paolo e Antonio vivono da soli nell'immaginario Camporotondo, tra pizze surgelate e notti sghembe. Uno lavora, l’altro cerca di lavorare. Si amano e si odiano come solo i fratelli sanno fare. Finché la madre – che li ha abbandonati anni prima – ritorna a reclamare un posto, e con lei arrivano vecchie ferite e nuove rovine. In poche settimane tutto precipita: amori interrotti, rancori mai guariti, scelte senza ritorno.
Punti Forti

✅ Stile asciutto e affilato: frasi come pugni, dialoghi realistici, zero retorica.
✅ Tematiche forti: abbandono, rabbia, fame di vita e di amore. Insolia non giudica, ma abbraccia i suoi personaggi con pietà ruvida.
✅ Dualismo fraterno: Paolo e Antonio sono gli Abel e Arthur in salsa popolare (e se non cogliete il parallelo con Abel e Arthur di Georgie, vuol dire che siete troppo giovani 😉): opposti, inseparabili, complici e rivali.
Punti Deboli

❌ Quasi solo voci maschili: le figure femminili restano sullo sfondo.
❌ Finale sopra le righe: a tratti il melodramma sfiora l’eccesso, ma in fondo è la cifra stessa della storia.
La mia esperienza personale

Leggere Gli affamati è stato come infilarsi in una stanza troppo piccola con due fratelli che litigano senza sosta: all’inizio ti copri le orecchie, poi ti rendi conto che non vuoi più uscire. Mi sono ritrovato a fare il tifo per loro anche quando era chiaro che avrebbero fatto un casino assurdo. E alla fine, chiuso il libro, ho pure sentito il bisogno di mandare un messaggio a mia sorella: «Oh, che mi racconti? Tutto bene da quelle parti?»
In conclusione

“Gli affamati” di Mattia Insolia (classe 1995), edito Ponte alle Grazie nel luglio 2020, è un debutto che lascia il segno: intenso, feroce e paradossalmente tenero. Una lettura breve ma indigesta, nel senso buono: si digerisce lentamente e resta dentro. Insolia ci dice che la fame non si placa, al più, la si racconta.
Lo puoi trovare qui.

Preparatavi a divorare questa storia – la fame di buona letteratura, si sa, vien leggendo. Buona lettura e… buon appetito.

FOTO: me, myself and I






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