Recensione 📚 Follia di Patrick McGrath – una sfida degna di Street Fighter, dove amore e delirio si affrontano a colpi di uppercut e calci rotanti.
"avrebbe dovuto saperlo, la gente è fatta così, seleziona con fiuto infallibile le proprie vittime fra chi avrebbe più bisogno di calore."
Che l’amore fosse una malattia mentale seria, Platone l’aveva capito prima di Patrick McGrath, ma lo scrittore inglese ha avuto il coraggio di scriverci sopra un romanzo intero.
Follia è una discesa elegante e disturbante nel buio del desiderio, una storia in cui la passione non redime ma consuma. Se credi ancora nelle storie d’amore che salvano, questo libro ti farà prenotare una seduta dallo psicologo (o almeno un negroni bello forte).
La trama (anatomia di un crollo perfettamente orchestrato)
Da lì parte la spirale: fuga, ossessione, gelosia, autodistruzione. Un melodramma gotico che sa essere più inquietante di molti thriller moderni, ma con la grazia letteraria di Italo Svevo in gita in un ospedale psichiatrico.
Punti forti
✅ Atmosfera ipnotica – McGrath è un architetto del disagio: costruisce una tensione lenta, elegante, che ti cattura senza urla né sangue. Ogni stanza del manicomio è una metafora, ogni gesto di Stella una crepa che si allarga.
✅ Voce narrante geniale – Il romanzo è raccontato da Peter Cleave, psichiatra e osservatore. È un narratore che analizza mentre desidera, giudica mentre manipola. Perfetto esempio di come l’oggettività sia una trappola.
✅ Scrittura impeccabile – McGrath dosa ironia, sensualità e follia con precisione chirurgica. È il tipo di autore che riesce a farti provare empatia per una donna che distrugge tutto ciò che tocca.
Punti deboli
❌ Zero consolazione – Niente 'occhiolino' ai romantici. In queste pagine si susseguono ombre e decisioni infelici.
❌ Tono freddo, quasi clinico – Ma forse è proprio il punto: McGrath non racconta l’amore, lo viviseziona.
La mia esperienza personale
In conclusione
Follia è un romanzo potente, magnetico e disturbante. Parla di amore, ma in realtà racconta la follia del controllo e la fragilità dell’identità . È come un matrimonio tra Emily Brontë e Hitchcock, officiato da Freudro da leggere: è un’esperienza da cui non si esce illesi.
Lo puoi trovare qui
Certe storie non si chiudono, ti restano addosso come il profumo di una stanza appena incendiata. Follia è una di quelle: ti costringe a guardare dentro l’abisso del desiderio e a riconoscere te stesso nel riflesso che ti restituisce, un’immagine distorta ma incredibilmente vera.
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FOTO: me, myself and I |
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