Recensione 📚 Follia di Patrick McGrath – una sfida degna di Street Fighter, dove amore e delirio si affrontano a colpi di uppercut e calci rotanti.

"avrebbe dovuto saperlo, la gente è fatta così, seleziona con fiuto infallibile le proprie vittime fra chi avrebbe più bisogno di calore."

Che l’amore fosse una malattia mentale seria, Platone l’aveva capito prima di Patrick McGrath, ma lo scrittore inglese ha avuto il coraggio di scriverci sopra un romanzo intero.

Follia è una discesa elegante e disturbante nel buio del desiderio, una storia in cui la passione non redime ma consuma. Se credi ancora nelle storie d’amore che salvano, questo libro ti farà prenotare una seduta dallo psicologo (o almeno un negroni bello forte).


La trama (anatomia di un crollo perfettamente orchestrato)

Inghilterra anni ’50. Stella Raphael vive con il marito Max, psichiatra brillante ma rigido, nei pressi di un manicomio criminale. Vita tranquilla, giardino curato, tè alle cinque: l’equivalente emotivo di un sonnifero.
Poi arriva Edgar Stark, artista rinchiuso per uxoricidio. Bello, magnetico, instabile. Un uomo che scava nelle statue come nelle persone. E Stella, da brava moglie annoiata, decide di aprirgli la porta — e il cuore, e tutto il resto.

Da lì parte la spirale: fuga, ossessione, gelosia, autodistruzione. Un melodramma gotico che sa essere più inquietante di molti thriller moderni, ma con la grazia letteraria di Italo Svevo in gita in un ospedale psichiatrico.


Punti forti

Atmosfera ipnotica – McGrath è un architetto del disagio: costruisce una tensione lenta, elegante, che ti cattura senza urla né sangue. Ogni stanza del manicomio è una metafora, ogni gesto di Stella una crepa che si allarga.

Voce narrante geniale – Il romanzo è raccontato da Peter Cleave, psichiatra e osservatore. È un narratore che analizza mentre desidera, giudica mentre manipola. Perfetto esempio di come l’oggettività sia una trappola.

Scrittura impeccabile – McGrath dosa ironia, sensualità e follia con precisione chirurgica. È il tipo di autore che riesce a farti provare empatia per una donna che distrugge tutto ciò che tocca.


Punti deboli

Zero consolazione – Niente 'occhiolino' ai romantici. In queste pagine si susseguono ombre e decisioni infelici.

Tono freddo, quasi clinico – Ma forse è proprio il punto: McGrath non racconta l’amore, lo viviseziona.


La mia esperienza personale

Leggere Follia è stato come guardare Neo, il protagonista di Matrix, mentre schiva le pallottole al rallentatore: ipnotico, inevitabile, con quella calma surreale che ti costringe a restare a guardare anche se conosci già la traiettoria dei proiettili.
Ogni pagina è intrisa di sensualità malata: il desiderio come febbre, l’amore come virus. Mi sono ritrovato a tifare per Stella e allo stesso tempo a sperare che qualcuno la fermasse (possibilmente prima che finissi il capitolo). E mentre Cleave cercava di spiegare razionalmente il disastro, io pensavo: “Dottore, forse la vera diagnosi è che siete tutti fuori di testa.”


In conclusione

Follia è un romanzo potente, magnetico e disturbante. Parla di amore, ma in realtà racconta la follia del controllo e la fragilità dell’identità. È come un matrimonio tra Emily Brontë e Hitchcock, officiato da Freudro da leggere: è un’esperienza da cui non si esce illesi.

Lo puoi trovare qui

Certe storie non si chiudono, ti restano addosso come il profumo di una stanza appena incendiata. Follia è una di quelle: ti costringe a guardare dentro l’abisso del desiderio e a riconoscere te stesso nel riflesso che ti restituisce, un’immagine distorta ma incredibilmente vera.

FOTO: me, myself and I


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