Recensione 📚 La pietra della follia di Benjamin Labatut – Se il genio sbrocca (e tu con lui)

"La conoscenza è potere", dicevano. Ma mai nessuno ci aveva avvertito che poteva essere anche una condanna.

Benjamin Labatut ci trascina in un viaggio lampo tra scienza, arte e pura paranoia. Se pensavate che la follia fosse una roba da artisti squattrinati con la sciarpa svolazzante, preparatevi a ricredervi: qui i veri matti sono i matematici, gli scienziati e tutti quelli che hanno osato spingersi troppo in là. Il risultato? Un saggio che si legge con il fiato corto e la vaga sensazione di stare per impazzire a propria volta.

La trama (o meglio, un trattato sulla fine della sanità mentale)

Se Quando abbiamo smesso di capire il mondo vi aveva già lasciato in stato confusionale, con La pietra della follia Labatut alza la posta. Non solo ci racconta storie di menti brillanti e ossessionate, ma ci accompagna fino al punto esatto in cui il loro genio si spezza. Al centro del breve libro, un’immagine disturbante: il dipinto La cura della follia, custodito al Museo del Prado, in cui un medico estrae dal cranio di un paziente la mitica “pietra della follia”. E qui viene il bello: e se quella pietra fosse reale? E se il sapere assoluto fosse la causa della pazzia? È più folle chi cerca risposte impossibili o chi finge che tutto sia normale?

Labatut gioca con queste domande, mescolando eventi storici, teorie matematiche e sprazzi di follia pura. Alla fine, il lettore resta con la strana impressione di aver capito tutto… e niente. E, in fondo, forse è proprio questa la magia.

Punti Forti

Scrittura ipnotica: Labatut potrebbe raccontarti anche il menù di una mensa universitaria e tenerti incollato alle pagine. Un plauso qui alla traduzione di Lisa Topi.

Il dipinto che ti fissa nell’anima: Dopo aver letto il libro, La cura della follia smette di essere solo un quadro fiammingo: potresti infatti ritrovarti a cercare voli low cost per Madrid.

Effetto collaterale garantito: Durante la lettura, ti ritroverai a Googolare tutti i personaggi menzionati. Come in un’indagine senza fine.

Punti Deboli

Non per chi cerca una trama classica: Questo è un saggio; niente protagonista che alla fine capisce tutto e salva il mondo. Anzi, qui si capisce sempre meno, ma in modo stupefacente.

Ti lascia con un vago senso di disagio: Se volevi certezze, gira al largo. Se invece ti piace il brivido esistenziale, benvenuto nel club.

La mia esperienza personale

Leggere La pietra della follia è stato come entrare in un museo e scoprire che i quadri ti stanno fissando. Labatut ti porta a spasso tra scienza e follia con l’aria di chi ti ha appena sussurrato un segreto che non avresti voluto conoscere.

Alla fine, mi sono ritrovato a fissare sull' iPad il dipinto La cura della follia per mezz’ora, chiedendomi se quella pietra fosse anche dentro di me. E sinceramente non ho ancora trovato la risposta.

In conclusione

Labatut ha scritto un saggio potente, inquietante e follemente geniale. La pietra della follia non è solo un viaggio nella mente di alcuni grandi pensatori della storia (Lovecraft, Hilbert e Dick): è un test di resistenza mentale. Leggetelo se non avete paura di perdervi tra le pieghe del sapere.

Lo puoi trovare qui.

Consigliato a chi ama intervallare la narrativa con un pizzico di scienza e filosofia. E a chi ha il coraggio di fissare un quadro e chiedersi se, alla fine, non sia lui a guardare te.

FOTO: me, myself and I


Commenti

Post più popolari

Goodreads