Recensione 📚 Yellowface di Rebecca F. Kuang – Il successo che si trasforma in bugia
"Se non riesci a batterli, rubagli il manoscritto."
La trama (o come rubare una carriera letteraria)
June Hayward e Athena Liu sono due scrittrici, ma solo una delle due ha successo. Athena, giovane autrice cinoamericana, è la beniamina della critica e delle case editrici; June, invece, ha pubblicato un romanzo dimenticato da tutti. Quando Athena muore in circostanze assurde (un pancake assassino), June si impossessa del suo manoscritto incompiuto: un romanzo storico sui lavoratori cinesi nella Prima Guerra Mondiale.
Punti Forti
✅ Satira affilata del mondo editoriale: Kuang mostra i giochi di potere, le ipocrisie e le dinamiche tossiche che animano l'industria del libro. Qui non ci sono autori idealisti, ma sopravvissuti in cerca di fama.
✅ Tema dell'appropriazione culturale: Il romanzo si interroga su chi abbia il diritto di raccontare certe storie, mettendo a nudo le contraddizioni del "politicamente corretto".
Punti Deboli
❌ Personaggi scomodi: June non è una protagonista simpatica, e il suo comportamento crea un costante senso di disagio. Ma forse proprio questo rende il libro così riuscito.
La mia esperienza personale
In conclusione
"Yellowface", brillantemente tradotto da Giovanna Scocchera per Mondadori, è un romanzo che spinge il lettore a riflettere sul prezzo del successo e sulle distorsioni dell'industria culturale. Kuang firma un'opera provocatoria e brillante, che si legge d'un fiato ma lascia un retrogusto amaro.
E adesso scusatemi: devo controllare che nessuno abbia rubato il mio taccuino.
FOTO: me, myself and I |
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