Recensione 📚 Una rivolta: Orizzonti e confini del Nord-Est di Enrico Prevedello – Quando il Veneto diventa letteratura (e una polveriera)
“Ci sono periferie che parlano di assenze, ma c’è un dolore ancora più grande: quello delle presenze dimenticate.” – Un pensiero che sembra emergere dal dialogo ideale tra Prevedello e Trevisan.
Avete mai sentito parlare del Veneto delle contraddizioni? Quello dei magazzini abbandonati, dell'eccessiva cementificazione delle aree agricole e degli imprenditori con più sogni che risorse? Bene, Una rivolta è il libro che non solo ve lo racconta, ma ve lo sbatte in faccia con una prosa tagliente e un ritmo che non fa prigionieri. Enrico Prevedello ci porta dentro una storia che è personale e collettiva, politica e umana, dove il disincanto non è mai banale e la resistenza ha il sapore dolceamaro di una lotta impossibile.
La trama (o meglio, il caos organizzato del Nord-Est)
Luciano Franceschi è il protagonista (o meglio, l’epicentro) di questo terremoto narrativo. Imprenditore di provincia, indipendentista incallito e presidente dello “Stato Veneto Indipendente”, Luciano è anche il padre di Arturo, amico d'infanzia del giovane Prevedello. La sua parabola – che culmina con un gesto estremo nel 2013, quando spara al direttore di banca che gli ha negato un prestito – è lo specchio di un Veneto che lotta contro la crisi, contro lo Stato e forse contro se stesso.
Prevedello intreccia sapientemente il proprio vissuto con quello di Luciano, rendendo la narrazione un viaggio a doppio binario tra memoria e disillusione. E poi c’è quella trasposizione fedele dai diari di Luciano (toccante la parte in cui il protagonista scrive della morte della moglie): pagine di intimità straziante che ci ricorda quanto ogni ribellione sia, in fondo, anche un grido d'aiuto.
Punti forti
✅ Un realismo che ti colpisce come un pugno: Prevedello non si limita a raccontare, ti trascina nel Veneto di Borgoricco, un luogo che diventa l’emblema di ogni periferia del mondo.
✅ Scrittura che morde: L'autore cesella ogni frase come un artigiano delle parole. Ogni dettaglio pulsa di vita (o di quel che ne resta).
✅ Profondità senza moralismi: Tra crisi economiche e identità culturali, Prevedello affronta temi complessi senza mai cadere nel didascalico. Non c’è giudizio, solo osservazione e una buona dose di empatia.
Punti deboli
❌ Non per i deboli di cuore: Questo libro non fa sconti. Se cercate una lettura leggera da spiaggia, cambiate scaffale.
❌ Una struttura volutamente ibrida: Memoir? Reportage? Romanzo à la Carrere? Una rivolta è tutto questo e anche di più, ma potrebbe spiazzare chi ama i confini netti tra i generi.
La mia esperienza personale
Leggere queste pagine è stato come viaggiare in auto su strade che conosci bene, ma di notte e a fari spenti. Ogni pagina è un riflesso di qualcosa di familiare, e allo stesso tempo nuovo e inquietante. Ho pensato a Trevisan, a Zanzotto, a tutti quei maestri capaci di rendere il Veneto un luogo letterario universale. E poi c’è Prevedello, che aggiunge la sua voce, così intima e viscerale, rendendo questo romanzo un’esperienza che non dimenticherò.
In conclusione
Una rivolta non è solo un libro: è una dichiarazione di guerra al conformismo narrativo. Un manifesto per chi vuole capire il presente senza rinunciare alla complessità. L'autore ci insegna che anche nei luoghi più marginali si nasconde una bellezza ruvida e tragica, degna di essere raccontata.
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E voi cosa ne pensate? Tra i campi aridi del Nord-Est, si nasconde ancora qualche seme di rivolta?
FOTO: me, myself and I |
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